11 agosto 2004: i quotidiani annunciano il varo del Dipartimento nazionale per le politiche antidroga. Il Dipartimento dipenderà dal presidente del Consiglio e vigilerà sull’attuazione della sofferta legge sulle tossico dipendenze, a firma Fini, di prossima approvazione. Il Dipartimento avrà un commissario politico (lo zar antidroga), un direttore generale e quattro aree di intervento.
In tema di droga, a fine luglio 2002 era stato arrestato, con l’accusa di essere un pusher, Alessandro Martello, collaboratore di Micciché, che frequentava il ministero dell’Economia a tutte le ore, superando senza alcuna
difficoltà tutti i controlli per i visitatori.
Uno zar stupefacente
Il governo è pronto a far
l’antidroga nuovo zar,
in settembre arriverà.
Tutti chiedon: chi sarà,
Andrea Muccioli, Moratti
o ci son altri più adatti?
Ricordiam tutti il mistero
che ci fu nel ministero
nel qual rovinava i conti
l’ineffabile Tremonti.
In quei giorni Micciché
di Sicilia vicerè
frequentava un tal Martello,
bravo giovane, un modello,
affidabile, leale,
che in campagna elettorale
dette al sottosegretario
un aiuto straordinario.
Par che il giovane assennato
negli uffici fosse entrato
consegnando a destra e a manca
della polverina bianca,
non si sa se idrolitina
o preziosa cocaina.
Si difese Micciché:
“Non l’ha data certo a me,
droga non ne ho mai comprata,
la mia droga è la cedrata!”
Irrisolto fu il mistero
di chi sniffa al ministero.
Per far l’antidroga zar
Micciché il migliore appar!
Carlo Cornaglia
Tratto da Novanta personaggi in cerca di pudore 2006 Michele Di Salvo Editore