“Angelino, è tempo di decidersi”. Letta incalza per blindare il governo.
(la Repubblica, 29 ottobre 2013)
Alfano frena, ma Silvio non si fida. “Ora in piazza contro la decadenza”.
(ibidem)
Alfano si piega a B. Il vicepremier: “Niente scissione, il leader è Silvio”.
(il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2013)
Angelino si è arreso al metodo Boffo.
(il Fatto Quotidiano, 30 ottobre 2013)
Angelino senza antenna
Ha un bel dire Enrico Letta
ad Alfano: “Corri in fretta
lungi dal caiman bandito.
O abbandoni quel partito
o il governo che presiedo
finirà cotto allo spiedo,
anzi finirà bruciato
e col Re dimissionato!”
Angelino, senza antenna,
sembra fuori di cotenna:
corre, frena, si arrabatta,
nella sua cuccia si acquatta
e poi n’esce all’improvviso
al gran passo ormai deciso,
ma lo fulmina un sondaggio.
Senza quid, senza coraggio,
senza il becco d’un quattrino,
senza il cul del meneghino
da leccar per un dolcetto,
senza far lo scendiletto
sotto il piede del padrone,
senza comode poltrone,
senza voti, senza fan,
non farà la fin d’un can
scaricato in autostrada?
Non farà, ben che gli vada,
la fin di Gianfranco Fini,
di Mastella, di Casini?
Fra i compagni di avventura
già si nota una frattura:
da una parte i bravi pupi,
come sono Nunzia e Lupi,
il ciellino e la sannita,
e dall’altra chi lo invita
a buttarsi a capofitto
per spaccar tutto: Cicchitto,
Formigoni, Quagliariello.
Non bastasse il gran bordello
che già fan falchi e colombe,
or che la scissione incombe
le colombe son divise:
di là stanno le decise
e di qua le cagasotto.
Ed è ancor lontano il botto
del caimano decaduto.
Angelino, sei fottuto.
Da un parte Enrico Letta
pronto a darti una paghetta
per il bel servizio reso,
ma soltanto, beninteso,
finché Renzi non lo caccia.
E dall’altra il faccia a faccia
col caimano inviperito:
“Angelino, mi hai tradito
ed il modo ancor mi offende.
La mia punizion ti attende:
starai senza la poltrona,
senza gran, senza corona
e Daniela Santanché
farà ciò che vuol di te!”
l’Universale, 2 novembre 2013