Renzi boccia il porcellum corretto: “Resta un maialinum”.
(la Repubblica, 24 maggio 2013)
Riforme, domani le mozioni. Giachetti ripropone il mattarellum.
(la Repubblica, 28 maggio 2013)
Legge elettorale, salta il “porcellinum”. Niente mini modifiche.
I fedelissimi del Cavaliere: ma così si blinda Letta e non si vota più.
(la Repubblica, 29 maggio 2013)
Il Pd si spacca sulla legge elettorale, poi in aula dice no al mattarellum. Letta: non è tempo di scherzare.
Sì al testo dell’esecutivo, stop ai dissidenti. Renzi: liturgia dc.
(la Repubblica, 30 maggio 2013)
La preoccupazione di Napolitano. Riforma del porcellum a rischio.
(ibidem)
Brunetta: “Per la prima volta i Democrat rispettano i patti”.
(ibidem)
Il Pd contro se stesso dice no all’abolizione del porcellum.Il documento di Giachetti chiedeva il mattarellum.
(il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2013)
Dai grillini sì alla mozione “ribelle” con Sel.
(ibidem)
De gustibus non est disputandum
Nel Pd, senza imbarazzi,
la masnada dei Tafazzi
si martella sempre là.
Gli elettor son la metà,
ma nel team non cambia nulla:
ciascheduno si trastulla
con il gioco preferito
che è distruggere il partito.
Per la legge elettorale
si aspettava il funerale
del porcellum tanto odiato.
Letta aveva sentenziato:
“Ci vuol un safety net
per il caso in cui l’umét,
appagati i suoi ricatti,
metta fine a inciuci e patti
per andare alle elezioni.
Noi che non siamo minchioni
col porcellum non votiamo,
perciò in fretta lo cambiamo”.
Subito la Finocchiaro,
del Pd al Senato faro,
confeziona un ddl
col qual il porcellum svelle
ed il mattarellum sforna:
“Al passato si ritorna!”
E a chi un porcellinum vuole
il Pd dice: “Ci duole,
ma è una soluzion nefasta,
un ritocco non ci basta”.
Il partito dei lacchè
con Verdini, Santanché
e l’ignobile Brunetta
pone il veto in tutta fretta:
“Letta scelga la sua sorte:
o il porcellum o la morte!”
Del Pd uno dei seri
dà il via a grandi putiferi
presentando una mozione
con la quale si propone
di tornare al mattarellum
e far fuori il vil porcellum.
Dei boss retromarcia: “Mai
o l’inciucio avrà dei guai!”
Anna scorda la coerenza:
“E’ un’azion di prepotenza
la proposta intempestiva!”
Anche Enrico Letta arriva:
“Se va il carro ai buoi davanti
deragliamo tutti quanti!
Vengon prima le riforme,
poi le elettorali norme!”
Gongola Nobel Brunetta:
“Primo goal di Alfano e Letta,
vada a loro il mio chapeau!”
La moral di tutto ciò?
Vince sempre il Cavaliere,
ma conforto dà il vedere
come il Re del Quirinale
sulla legge elettorale
il suo tot di merda ingoi
come lo ingoiamo noi.
Disse: “O cambia o mi defilo!”
Ma ogni dì ne ingoia un chilo!
blog MicroMega, 31 maggio 2013