Perché Napolitano ha già deciso di lasciare il Colle alla fine dell’anno.
(la Repubblica, 8 novembre 2014)
Via alla battaglia del Quirinale.
(la Repubblica, 9 novembre 2014)
Emanuele Macaluso: “Non gli si possono chiedere altri sacrifici”.
(ibidem)
Re Giorgio saluta.
(il Fatto Quotidiano, 9 novembre 2014)
Napolitano: “Dimissioni? I limiti del mandato erano noti”.
(la Repubblica, 10 novembre 2014)
Smetto quando voglio.
(il Fatto Quotidiano, 11 novembre 2014)
Dimesso a metà, così il Colle ricompatta i “Nazareni”.
(ibidem)
Italicum. Il premier: “Sì definitivo a marzo, così potrò chiedere a Napolitano di restare”:
(la Repubblica, 13 novembre 2014)
Berlusconi: Ho salvato la faccia e l’unità del partito. Con il Pd dirò la mia anche sul Quirinale”.
(ibidem)
Bello ciao
Viviamo in un Paese sfortunato
che è sempre stato oggetto di iatture,
così è avvenuto spesso nel passato,
così avverrà pur nelle età future.
Terremoti, barbariche invasioni,
inondazioni, frane, pestilenze,
governi Renzi, Letta e Berlusconi,
crolli, attentati, ignobili eminenze,
guerre civili, economia in rovina,
leggi razziali, mafia, dittatori…,
ma una nuova disgrazia si avvicina,
capace di ferire i nostri cuori:
le dimissioni di Napolitano.
Si sa che quanto prima le darà,
che il triste giorno ormai non è lontano,
ma il non sapere quando è crudeltà.
Ne parlano i giornali di ogni parte
ed i commentator di ogni colore,
gli amici suoi ed i marzian su Marte,
ma il Presidente va al rallentatore.
“Non abbiam proprio nulla da smentire
e nulla c’è neppur da confermare.
L’ultima decisione spetta al Sire!”,
inutile piantar tante cagnare.
Restare ancor sul trono è faticoso,
ma l’andarsene senza risultato
avrebbe ahimè un effetto disastroso
sulla storia del Capo dello Stato.
Chi fa il padrone dell’esecutivo,
del Parlamento e del Csm,
chi coi suoi moniti è sempre attivo,
chi fa e disfa governi lemme lemme,
chi detta legge sia sulle riforme
che sulla nuova legge elettorale,
chi ha imbalsamato questo inciucio enorme
fra il caiman, per sentenza criminale
e il giovane arrogante ch’è il suo erede,
chi fa il monarca e non il presidente,
a quanto pare proprio non si chiede
se il suo preannuncio, chiaro ma silente,
non sia dannoso assai per il Paese.
Ogni azione politica è legata
a questa decision del vecchio arnese
e la Costituzion viene violata.
Non è che il Presidente stia aspettando
un qualche risultato purchessia,
anche il più misero, il più nefando,
per finger da vincente di andar via?
Non è che stia cercando, zitto zitto,
il degno successore di se stesso
il quale, condannando ogni conflitto,
eternerà l’inciucio che c’è adesso?
A noi può già bastare quanto ha fatto,
la generosità del suo ritorno
nonché del Nazaren l’orrendo patto
e non vediamo l’ora arrivi il giorno
in cui potremo dir con deferenza:
“La ringraziamo, egregio Presidente,
per questi nove anni, una presenza
che non rimpiangeremo certamente!”
blog MicroMega, 21 novembre 2014